Rifiuti Tossico-Nocivi sede di BUSTO ARSIZIO
( INSEDIAMENTO N. 4)


RESPONSABILE: Prof. Gianfranco Badaracco (tel. 0331 339407 - e-mail: gianfranco.badaracco@uninsubria.it), Dott. Luisa Paracchini (tel. 0331 339419 - e-mail: luisa.paracchini@uninsubria.it )

 

In questo insediamento vengono prodotti principalmente le seguenti categorie di rifiuti speciali:

  1. Rifiuti sanitari speciali.
  2. Soluzioni acquose contenenti principalmente inquinanti organici.
  3. Soluzioni di sviluppo e di fissaggio fotografico.
  4. Miscele di composti organici non alogenati.
  5. Miscele di composti organici alogenati.
  6. Carcasse di animali e relativa lettiera usata.

In più, vi sono una serie di altri rifiuti speciali prodotti con minore frequenza e in quantità inferiore. Per un elenco esaustivo con i relativi codici CER, cliccare qui.

GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI SPECIALI.

In ambito universitario, all'interno della classificazione dei rifiuti sanitari fornita dalla normativa vigente, si fa riferimento alla sola categoria che si riferisce a: "Rifiuti speciali, prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che come rischio risultano analoghi ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo".

Si considerano rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, o che comunque possono comportare rischio sanitario per la salute pubblica, tutti i materiali venuti a contatto con fluidi biologici infetti o presunti tali. Sono assimilabili ai rifiuti contaminati con fluidi biologici infetti anche tutti quei rifiuti che derivano da attività di laboratorio e di ricerca chimico-biologica (come ad es. piastre di coltura e materiale monouso) che siano venuti a contatto con materiale biologico in genere, non necessariamente infetto.

VADEMECUM PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI

(Nota: ciò che segue ha lo scopo di dare delle indicazioni di carattere generale riguardo le principali categorie di rifiuti prodotti. In casi particolari o dubbi far riferimento alla dott.ssa Paracchini)

Tutti i contenitori necessari alla raccolta sono in magazzino al piano seminterrato.

Ciascun contenitore, una volta riempito (non a dismisura), deve essere accuratamente chiuso e sul coperchio deve venire indicato il codice CER del rifiuto e, per quanto riguarda i contenitori in cartone, indicare anche il nome del gruppo che lo ha prodotto, dopodichè portarlo nel magazzino al piano seminterrato, nelle zone indicate dagli appositi cartelli.

Le carcasse degli animali devono essere racchiuse in un sacchetto di materiale plastico semitrasparente e depositati nell'apposito congelatore nel magazzino, contrassegnato sull'anta da una banda rossa posta diagonalmente.

A) RIFIUTI SANITARI SPECIALI (CODICE CER 180203)

Questi sono rifiuti classificati come solidi e devono essere depositati negli appositi imballaggi di cartone contenenti un sacco di plastica giallo.

E' opportuno ribadire che all'interno di questi contenitori si devono introdurre unicamente rifiuti SOLIDI perciò, gli eventuali liquidi presenti devono essere smaltiti a parte.

Come già sopra menzionato, a questa categoria appartengono quei rifiuti che sono venuti a contatto con materiale biologico in genere:

Quindi, in questi contenitori è possibile smaltire:

Tutto questo materiale deve essere privato degli eventuali liquidi in esso contenuti, che devono essere smaltiti a parte (vedi il punto successivo).

N.B. In questa categoria di rifiuti non rientra il materiale utilizzato per preparare od ospitare soluzioni utilizzate per il trattamento delle colture (bottiglie, provette etc), ma che non è direttamente venuto a contatto con il materiale biologico. Anzi, molti dei contenitori, un volta risciacquati, possono venire smaltiti nei contenitori per il riciclo della plastica, oppure riutilizzati in laboratorio.

RIASSUMENDO:

Nei contenitori di cartone forniti di sacco giallo è possibile smaltire soltanto ciò che è venuto a contatto con materiale biologico infetto e non.

B) SOLUZIONI ACQUOSE CONTENENTI PRINCIPALMENTE INQUINANTI ORGANICI. CODICE CER 060314.

Questo tipo di rifiuto origina principalmente dal trattamento di colture in sospensione di cellule o di microrganismi, quindi contiene una certa percentuale di materiale biologico.

Deve essere smaltito nelle apposite taniche di vario volume, previa inattivazione con ipoclorito di sodio al 5%.

Il resto delle soluzioni utilizzate per il trattamento di tali colture, ma che non siano venute a contatto con esse, non sono assimilabili a questo tipo di rifiuto, ma smaltite a seconda della loro composizione, considerando per le miscele i componenti presenti in percentuale maggiore. Ad esempio, il terreno di coltura divenuto inutilizzabile, può essere smaltito in fogna dopo averlo eventualmente diluito con acqua. Lo stesso vale per altri tipi di soluzioni saline che non contengano sostanze tossiche o nocive.

C) COLTURE SU SUPPORTO SOLIDO

Anche se nella nostra struttura non è presente un impianto certificato per la sterilizzazione tramite autoclave ed il materiale utilizzato non è infettivo, è comunque consigliabile procedere con un ciclo di autoclavatura, specie se la quantità di rifiuti è consistente, per evitare l'eccessiva proliferazione delle colture e/o la formazione di muffe e batteri sui substrati.

Si suggerisce di racchiudere le piastre di coltura in sacchetti autoclavabili usati doppi e posizionati verticalmente con l'apertura verso l'alto per limitare al massimo le fuoriuscite dei terreni di coltura che tendono a liquefarsi con l'aumentare della temperatura e che, una volta tornati a temperatura ambiente potrebbero ostruire gli scarichi dell'autoclave.

N.B. Le piastre con terreno di coltura non seminate, ma divenute inutilizzabili, possono essere eliminate tra i rifiuti indifferenziati urbani.

D) VETRERIA

Sciacquare la vetreria utilizzata prima di avviarla al lavaggio; il primo risciacquo di recipienti che abbiano contenuto solventi alogenati o solventi organici va considerato alla stessa stregua delle soluzioni più concentrate degli stessi composti.

I recipienti che sono stati utilizzati per la preparazione di terreni di coltura solidi (agar), devono essere ripuliti dai residui di questi ultimi prima di essere avviati al lavaggio in lavavetreria, per evitare di causare l'ostruzione del filtro e dello scarico della macchina.

E) GEL DA ELETTROFORESI

Considerando che, nonostante vi venga fatto correre materiale biologico, la potenziale pericolosità deriva dal bromuro di etidio per i gels di agarosio e dall'acrilammide stessa per i gel di acrilammide, è forse meglio considerarli allo stesso livello dei materiali contaminati da sostanze tossiche o nocive e quindi smaltirli nei bidoni rossi da 20 lt, classificandoli con il codice CER 150110.

F) LABORATORI DIDATTICI

Nell'ambito dello svolgimento dei laboratori didattici, sarebbe opportuno che i docenti e gli esercitatori di turno istruissero brevemente i propri studenti sulle procedure di smaltimento dei vari rifiuti prodotti nel corso delle proprie esercitazioni. In tal modo, gli studenti comincerebbero ad essere sensibilizzati sulle procedure di smaltimento dei rifiuti speciali, ormai entrate a far parte integrante della pratica di laboratorio non solo ospedaliero.